Domus De Janas La Roccia dell'Elefante a Castelsardo
- thesilentube83
- 26 giu 2016
- Tempo di lettura: 2 min
La Roccia dell'Elefante è una imponente pietra color ruggine notevolmente erosa dal tempo che gli ha conferito il particolare aspetto di un grosso elefante seduto alto circa 4 metri. Situato in località Multeddu sulla S.S. 134 tra Castelsardo e Sedini, in passato veniva chiamata "Sa Pedra Pertunta" che significa la pietra traforata, per via delle proprietà fisiche del porfido rosso della quale è composta. Si ipotizza che in origine il masso facesse parte del complesso roccioso di monte Castellazzu dal quale si distaccò rotolando a valle. 'E uno dei più importanti simboli di Castelsardo oltre che essere uno dei più significativi monumenti naturali e preistorici della Sardegna. All'interno della Roccia dell'Elefante sono state scavate due antiche tombe prenuragiche in due epoche diverse e su due livelli diversi, datate rispettivamente circa 6000 e 3000 A.C. La tomba del livello superiore è la più antica e anche quella più erosa dal tempo a causa del cedimento del padiglione superiore, non presenta motivi scultorei. Il secondo ipogeo nella parte inferiore ( il più recente ) risulta invece molto ben conservato ed era originariamente preceduto da un breve corridoio in parte coperto ( chiamato dromos ). L' accesso è garantito da un portello quadrangolare alto circa mezzo metro al quale da accesso a quattro ambienti. Il grande monumento testimonia un'antica un'epoca in cui i popoli prenuragici scavavano le tombe e adornavano le pareti interne con sculture e simboli come il protoma turino, animale molto presente nei monumenti protosardi ( lo troviamo nell'ipogeo inferiore ). L'aspetto era quello di una testa di toro stilizzata con ampie corna lunate ( con una precisa curvatura ), simbolo di un antico Dio venerato per la sua potenza, forza e coraggio ( forse correlato ai fenomeni atmosferici ). Secondo la tradizione popolare le " domus de janas " sono le abitazioni delle fate ( di streghe o di orchi ) ma in realtà sono ciò che rimane delle antichissime tombe ipogeiche, composte da grotticelle sotterranee scavate attraverso le pareti di rocce relativamente friabili e veri e propri monumenti di architettura funeraria diffusissimi nelle campagne della Sardegna. Secondo gli studiosi sia le strutture interne che le decorazioni delle pareti richiamavano in qualche modo le normali abitazioni dei defunti, quasi a sottolineare una molto sentita continuità tra la vita e la morte.
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